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5 Abitudini per ottimizzare la tua giornata
Luca Attolini

5 Abitudini per ottimizzare la tua giornata

In questo articolo, esploreremo 5 delle abitudini più inaspettate e impattanti da integrare nella tua routine quotidiana! 

7 Strategie per raggiungere il Flow
Luca Attolini

7 Strategie per raggiungere il Flow

Introduzione

Hai mai fatto qualcosa e perso la cognizione del tempo, sentendoti completamente immerso nel compito?

Quella sensazione è nota come flow: uno stato in cui la mente opera al massimo, senza frammenti disturbanti.

È spesso evocato come “zona”, ma ha basi concrete nella psicologia e neuroscienza.

In questo articolo vedremo cosa sappiamo oggi del flow, quali meccanismi lo supportano, quando è più probabile che emerga e come favorirlo in modo realistico, non con trucchi, ma con leve scientificamente credibili.

1. Che cos’è il flow 

  • Il flow è stato definito da Mihály Csíkszentmihályi come un’esperienza ottimale in cui siamo totalmente assorbiti dall’attività, perdiamo la coscienza di sé e del tempo, e l’azione scorre fluida e senza attriti. 

  • Le condizioni classiche individuate da Csíkszentmihályi includono: equilibrio sfida–abilità, obiettivi chiari, feedback immediato, concentrazione focalizzata, fusione azione–consapevolezza, perdita dell’autoconsapevolezza, alterazione del senso del tempo, senso di controllo, autotelicità (l’azione è gratificante di per sé). 

  • Le ricerche più recenti esplorano i network cerebrali coinvolti: il default mode network (DMN) si disattiva, mentre le reti di attenzione e controllo aumentano la coesione. Il sistema locus coeruleus – norepinefrina (LC-NE) è stato proposto come ponte tra impegno e attenzione sostenuta (ovvero: scegliere se restare nel compito o distrarsi). 

  • Il flow non è uno stato continuo o sempre presente: è episodico, di breve durata, e spesso più probabile in attività con feedback chiaro e sfida calibrata.

2. Quando è più probabile entrare nel flow

Non serve un’impresa estrema.

Il flow può emergere anche in attività quotidiane, purché alcune condizioni chiave siano presenti:

  • Il compito deve avere sfida sufficiente ma non eccessiva: se è troppo facile → noia; troppo difficile → ansia. 

  • Deve esserci feedback chiaro e ravvicinato sull’andamento del compito: sapere subito se stai andando bene o meno. 

  • Obiettivi chiari: sapere cosa fare in ogni momento.

  • Minima interferenza: rumori, notifiche, multitasking aumentano il costo cognitivo e riducono la probabilità di mantenere l’immersione.

  • Coinvolgimento personale / motivazione intrinseca: quando fai qualcosa che senti “vale la pena”, il cervello dà più spazio al focus.

3. 7 Strategie per raggiungere il flow

  • Micro-obiettivi chiari: spezzetta compiti ampi in passi concreti per avere punti di feedback frequenti.

  • Ritmo di revisione / correzione leggera: ogni poco verifica se stai procedendo bene, ma senza essere il “critico interno” continuo.

  • Ambiente protetto: elimina distrazioni visuali/sonore più evidenti nei blocchi principali.

  • Blocchi temporali dedicati: anche sessioni da 30–60 minuti ben strutturate possono dare spazio al flow, meglio se con piccole pause rigeneranti.

  • Progress feedback: registra (anche mentalmente) piccoli progressi — può essere contare compiti fatti, pensieri risolti, percentuali completate.

  • Grado di complessità: scegli sempre qualcosa che possa essere una sfida, stimolante ma non impossibile da portare a termine.

  • Regolarità & allenamento cognitivo: con il tempo, il cervello si “abitua” a entrare più facilmente, perché i circuiti di attenzione e controllo diventano più fluidi.

4. Limiti del Flow

Il flow non è uno stato permanente; è episodico e fragile — non inseguire “flow continuo”.

Bisogna inoltre riconoscere che non tutte le attività sono “flowabili”: per esempio compiti eccessivamente ripetitivi o astratti senza feedback possono essere complicati da portare in immersione.

E ricorda: se sei troppo stressato o sotto pressione costante, il sistema arousal può impedire il flow.

Lo stesso vale per la consapevolezza che esisti fuori dal compito (es. bisogno fisico, distrazioni urgenti).

Conclusione

Il flow non è una leggenda né un miracolo: è un fenomeno psicologico con radici ben documentate.

Non esiste una “formula magica”, ma puoi mettere in condizioni favorevoli il tuo cervello.

Se ti abitui a proteggere quei momenti di immersione, potrai sperimentare più spesso quel fluido stato in cui “il compito porta te”.

Approfondimenti:

Leggi il mio articolo sul mio blog personale: Flow: l'esperienza ottimale.

Leggi il libro: Flow

Fonti 

  • Csíkszentmihályi, M. Flow: The Psychology of Optimal Experience.

  • Dietrich, A. (2004). Neurocognitive mechanisms of the flow state (transient hypofrontality).

  • Ulrich, M., Keller, J., Grön, G. (2016). Neural signatures of flow.

  • de Manzano, Ö. et al. (2013). Dopaminergic correlates of flow proneness.

  • Yerkes, R. M., & Dodson, J. D. (1908). The relation of strength of stimulus to rapidity of habit-formation.

  • Ericsson, K. A. The Cambridge Handbook of Expertise and Expert Performance.

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